Il rapper Russo Walkie, nome d’arte di Ivan Petunin, ha scelto di morire, ma non in guerra come avrebbe voluto per lui Vladimir Putin. Il ventisettenne era pronto a tutto pur di non uccidere, pur di non partecipare alla guerra in Ucraina che lui riteneva ingiusta. Walkie temeva che presto sarebbe stato costretto ad arruolarsi, sebbene pare fosse stato momentaneamente dispensato dal servizio militare.
Si dice che Walkie fosse stesse ricevendo cure neuropsicologiche. Chissà se è verò. Chissa se le autorità russe non abbiano voluto far passare per pazzo uno sano di mente.
Il rischio di creare un martire era concreto. Un ragazzo pronto a morire pur di non macchiarsi di crimini di guerra sarebbe stato un pessimo spot pubblicitario per Putin e i suoi macellai.
Altri ragazzi avrebbero potuto ribellarsi, un po’ come sta accadendo con le donne iraniane in questi giorni. No, meglio far passare per un pazzo depresso Ivan Petunin, prima che potesse diventare un simbolo.
In un video il rapper russo ha annunciato la sua decisione di suicidarsi. Le motivazoni spiegate nel video erano tututt’altro che insensate, al netto del gesto estremo.
Un gesto che potrebbe tranquillamente trovare spiegazone nella Teoria sul Suicidio di Émile Durkheim. Walkie ha detto di non essere pronto a morire per nessun ideale e di non volersi macchiare del peccato di omicidio. Il corpo del ragazzo è stato trovato ai piedi di un edificio di Krasnodar.
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