Questo calcio non piace più a Murizio Sarri, l’ex comandante partenopeo che ha tolto la tuta per indossare l’abito da sera quando è andato alla Juventus. Napoli e Juvents, però, sono il passato. Il presente si chiama Lazio, si chiama Inter, anzi, si chiama Lazio – Inter. Le due squadre si affronteranno allo stadio Olimpido di Roma, il fischio d’inizio è alle 18.
È la prima partita di campionato dopo la sosta per le Nazionali ed è qui che sta il problema, o meglio, parte del problema che Maurizio Sarri espone in conferenza stampa a meno di 24 ore da Lazio – Inter.
L’allenatore tosco-napoletano ha ragione, talmente ragione da dire delle ovvietà. Che i clendari siano intasati, che i ritmi siano forsennati e che quando giocano le Nazionali, i tecnici possono lavorare con la squadra al completo appena 48 se non 24 ore prima delle partite di campionato, è sotto gli occhi di tutti.
Ma perchè lamentarsi del Sistema quando se ne fa parte a pieno titolo e si gode di tutti i vantaggi, nessuno escluso, che il sistema dà?
Lazio – Inter: Sarri è innamorato di un altro calcio
Nella conferenza stampa pre Lazio – Inter, Maurizio Sarri ha detto di essere innamorato di un altro calcio. Quello attuale non gli appartiene. Ha detto così. Per Sarri il calcio non è più uno sport ma uno spettacolo e tutti tentano di spremere gli appassionati.
Altra ovvietà, il calcio è spettacolo e pure azienda… con buona pace dei tifosi. Probabilmente neanche loro vittime se è vero che sono sempre pronti a chiedere al presidente di turno di andare via se non compra calciatori forti, anzi campioni, anzi i fuoriclasse.
C’è una frase di Sarri che dà un sapore di ipocrisia alle sue recenti lamentele. Era il maggio del 2017, il campionato volgeva al termine. Dopo la vittoria per 5-0 del Napoli sul Torino in confrenza stampa Sarri parlò del suo contratto. Queste le parole dell’allenatore:
Il prossimo contratto che farò, lo vorrei fare consistente per un ringraziamento alla mia famiglia alla quale ho fatto mancare tutto durante tanti anni per arrivare a questi livelli. Questo è un mio obiettivo personal sul quale nessuno può sindacare.
La gabbia dorata piace a tutti
Aveva ragione Sarri, nessuno può sindacare il suo desiderio di firmare un contratto consistente. Cosa che poi, buon per lui, ha fatto prima al Chelsea poi alla Juventus. A dirla tutta nanche il contratto firmato con la Lazio è malaccio.
Contratti consistenti firmati proprio grazie a quel calcio così diverso da quello che lui ama. Il calcio che da sport è diventato spettacolo. Il calcio che è azienda. Eppure proprio Maurizio Sarri, come i tutti i calciatori, agisce più da azienda che da uomo di sport.
Allenatori e Calciatori sono più uomini d’affari che di campo, di sport. Sapete perché? Perchè lo scopo ultimo è sempre massimizzare gli utili. È il profitto che conta.
Ecco quindi, che si bussa alla porta del presidente per un adeguamento contrattuale o peggio, si va via quando pare e piace, nonostante l’esistenza di un contratto perchè c’è un miglior offerente.
Perchè tutto questo è possibile? È possibile grazie ai soldi delle TV, degli sponsor che però non sono mecenati. Anche per questi attori, indispensabili per l’odiato calcio moderno, conta sempre e solo il profitto.
Torniamo, dunque, al punto di partenza: i calendari intasati, i tour de force. Vuoi vedere che in tutta qusta storia le vittime sono proprio quelle rompiscatole delle Nazionali? Avete presente? Quel tipo di calcio capace di unire in piazza tifoserie nemiche tutte insieme a festeggiare la vittoria di un Europeo?
Quando i calciatori sono in ritiro con le Nazionali non parlano di contratti, trasferimenti, sponsor. Conta solo la prossima partita. E se a Maurizio Sarri questo calcio non piace più, può sempre tornare ad allenare il Sorrento, con tutto il rispetto per la squadra campana.
Lì non avrà problemi di calendari intasati e di tutte le altre questioni che non gli garbano. Nell’incantevole Sorrento nessuno l’obbligerà mettere la cravatta e potrà respirare l’aria del calcio vero, quello fatto di sudore senza le luci della ribalta e senza contratti faraonici.