La peste suina africana è arrivata a Roma. Per molti si trattava solo di questione di tempo prima che si individuasse il primo caso nella Capitale così come nel resto della regione Lazio. È accaduto nel territorio della Asl Roma 1, la malattia è stata riscontrata su un cinghiale che presentava tutti i sintomi. Le analisi hanno confermato quanto si temeva, il cinghiale è affetto da peste suina africana.
Fino a questo momento casi di Psa erano stati individuati nelle province di Genova e Alessandria. Nel frattempo è stato già attivato il monitoraggio sulla zona battuta dal cinghiale al fine di delimitare i confini dell’area interessata.
Ciò che preoccupa gli esperti è il fatto che l’animle sia stato trovato in città, cosa che complica la possibilità di isolare le zone a rischio così da salvaguardare la salute pubblica.
Adesso la palla passa alla Regione Lazio che dovrà disporre le misure ncessarie per eviare che la situazione si aggravi con una vera e propria epidemia. È bene ricordare che la peste suina africana non infetta uomo ma soltanto i suini.
Peste suina africana: domande e risposte
Tra i sintomi della peste suina ci sono la fbbre, debolezza dell’animale, emorragie interne, perdita d’appetito, tosse. Gli animali infetti sviluppano polmonite e ulcere. I suini infetti tendono a raggomitlarsi l’uno accanto all’altro, fino alla morte.
La trasmissione della malattia avviene mediante il contatto tra suino infetto e suino sano, ingestione di carne di animali infetti, contatto con oggetti contaminati dal virus e con i morsi delle zecche.
Attravrso l’abbattimnto e la distruzion delle carcasse degli animali infetti e di tutti i suini del medesimo allevamento, anche se sani. Le zone infette vanno delimitate. Locali che ospitano gli animali così come i mezzi che li hanno trasportati devono essere disinfettati.
Per approfondimenti, visita il sito European Food Safety Authority.