I credenti (ultrcattolici) vedono dio ovunque; anche nelle zeppole di San Giuseppe, un po’ come ovunque vedono i nemici della suddetta divinità. Sono dapperutto… secondo il pensiero di ultracattolici come Camillo Langone che dalle pagine de Il Foglio lancia i suoi anatemi contro i Senzadio, animalisti, ambientalisti, climatisiti e quelli che probabilmente sarebbero i peggiori di tutti: “genderisti, omosessualisti“.
Dio, dunque, è pure in un ammasso di farina, uova e latte; questi gli ingredienti principali della ricetta della zeppola di San Giuseppe. Attenzone: si chiama peccato di gola, un dei sette vizi capitali e chi è cresciuto a pane e bibbia dovrebbe saperlo.
Dopo essersi goduto la sua zeppola di Sa Giuseppe, il buon Camillo Langone corra ai ripari confessandosi dal prete più vicino, anche se probabilmente un digestivo dovrebbe risolvere l’eventuale problema.
E visto che agli atei, agli omosessualli etc, piace peccare, di certo mangeranno anche loro la zeppola, anzi, più d’una perchè se si deve peccare di ingordigia, bisogna farlo bene, altrimenti non c’è gusto.
Naturalmente mangeranno il dolce tipico della festa del papà (pur megari preferendo celebrarla in altra data) dopo il consueto pranzo a base di bambini. Faranno (faremo) una scorpacciata fino ad essere bisognosi di Malox, piuttosto che di “falsi idoli da mettere al posto del vero Dio“, come scrive Camillo Langone.