Da sabato 15 ottobre eil glitterr non sarà più in commercio, al netto delle scorte nei negozi che comunque non potranno più approviggionarsi. L’UE è intervenuta con una direttiva a più ampio respiro volta a ridurre la dispersione delle microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti contenenti sostanze chimiche dannose per l’ambiente. La direttiva va a colpire il glitter composto realizzato con polimeri ed alluminio che è comunemente utilizzato per i cosmetici, bigliettini di auguri ma anche per le superfici sportive artificiali. Con il divieto si spera di ridurre entro il 2023 circa circa il 30% delle dispersione delle microplastiche nell’ambiente.
Ritiro glitter dal maercatot: 8 milioni di tonnellate di microplastiche nei mari
Per comprendere la gravità del problema dal glitter e più in generale dalle microplastiche, è utile citare uno studio pubblicato sulla Aquatic Toxicology e condotto dai rircercatori dell’Università di São Paulo, Brasile.
Secondo i ricercatori, le particelle dei brillantini possono la crescita degli oroganismi alla base degli ecosistemi acquatici come i cinobatteri. Queste alghe hanno un ruolo fondamentale nei cicli biogeochimici dell’acqua e del suolo, oltre a essere mangiati da altri organismi.
Ma come finiscono le microplastiche in mare? Il glitter, che come detto è presente nei cosmetici, decorazioni, costumi di carnevale etc, si attaccanno su abiti e pellel.
Quando ci si lava o si fa il bucato, il glitter, attraverso il sistema delle acque refue, terminano nei fiumi e nei mari.
Si tima che negli ultimi anni siano stati sversati negli oceani oltre otto milioni di tonnellate di glitter. Non essendo biodegradabile, il glitter danneggia l’ecoosistema marino.
I ricercatori hanno analizzato gli effetti di cinque concentrazioni di particelle di glitter su due ceppi di cianobatteri che formano fioriture, Microcystis aeruginosa CENA508 (unicellulare) e Nodularia spumigena CENA596 (filamentosa). Entrambi fanno parte di una collezione di quasi 800 ceppi assemblati in Brasile dal gruppo Cyanos. Gli scienziati hanno misurato i loro tassi di crescita cellulare ogni tre giorni per 21 giorni mediante spettrofotometria, stimando l’intensità degli spettri luminosi assorbiti e trasmessi da ciascun campione in base al numero di fotoni emessi.
Abbiamo scoperto che l’aumento della quantità di glitter aumentava il biovolume delle cellule cianobatteriche e incrementava lo stress a livelli tali da compromettere la fotosintesi. La tossicità dei brillantini per i microrganismi non è stata quasi mai studiata. Qualsiasi cosa colpisca i cianobatteri influenzerà indirettamente altri organismi nello stesso ambiente”, ha dichiarato Mauricio Junior Machado, primo autore dell’articolo e ricercatore del Laboratorio di Biologia Cellulare e Molecolare del CENA-USP
I risultati suggeriscono che livelli ambientali di glitter simili al livello più alto testato – 350 milligrammi per litro d’acqua (mg/L) – possono influenzare negativamente gli organismi sensibili negli ecosistemi acquatici. L’effetto più evidente è stato osservato in M. aeruginosa, il cui tasso di crescita è risultato migliore a 50 mg/L e peggiore a 200 mg/L. Nel caso di N. spumigena, l’intervallo era di 100-137 mg/L, al di sopra del quale la densità cellulare veniva danneggiata in modo irrecuperabile. La differenza nei tassi di crescita si è verificata solo al ventunesimo giorno dell’esperimento.
La clorofilla e i carotenoidi non sono variati in modo significativo, ma in termini assoluti entrambi i ceppi hanno mostrato un calo dei carotenoidi quando sono stati esposti a glitter a 200 mg/L e 350 mg/L, mentre la fluorescenza della clorofilla è variata in N. spumigena quando è stata esposta a glitter a 350 mg/L.