caapricci bambino

Come gestire i capricci dei bambini senza perdere la pazienza? È questa la domanda che si pongono genitori disperti, soprattutto quando i bambini hanno tra i 2 e i 4 anni. Un bambino che fa i capricci, inevitabilmente, è fonte di frustrazione per mamma e papà. Nella migliore delle ipotesi, i genitori non sanno cosa fare per calmare il figlio, nella peggiore, commenttono degli errori nella gestione dei capricci con la conseguneza che questi diventino più intensi e durino più a lungo.

Quando un bmbino fa i capricci capita di sgridarlo o comunqe si cerca calmarlo con un comportamento dettato dalla rabbia del momento.

Perchè i bambini fanno i capricci

Quando un bambino si arrabbia non lo fa per sua volontà:

Le strutture cerebrali che gli permettono di controllare le emozioni non sono ancora sufficientemente sviluppate. Il bambino non è in grado di controllare da solo la frustrazione (anche se i genitori lo sgridano, lo ridicolizzano o lo minacciano). I capricci sono una parte normale e naturale del loro sviluppo. Per questo motivo, il compito dei genitori non è quello di pretendere che il bambino si controlli (perché non può farlo), ma di aiutarlo a calmarsi, a capire se stesso e a superare la frustrazione.

Come suggerito dal neuropsicologo Alvaro Bilbao, possiamo individuare cinque comportamenti che possono aiutare a calmare il bambino e al contempo insegnargli a controllare le sue emozioni. Ci sono anche cinque errori da evitare e che purtroppo i genitori commettono spesso.

5 sì e dei 5 no per gestire un bambino che fa il capriccioso

Mai prendere i capricci sul personale. Prendi coscienza che non puoi controllare i capricci di tuo figlio. Prentendere di essere in grado di fermare il capriccio non fa altro che aumentare la tua frustrazione e ingigantire il problema. Il consiglio è di trasmettere calma al piccolo e per farlo, devi mantenere la calma tu per prima.

Spiega al bambino i motivi del tuo rifiuto. Sia chiaro, questo consiglio non ti darà grandi risultati perchè il problema non è originato dal fatto che il bambino non capisce la situazone ma lo aiuta a controllare le emozioni.

Non perdere il controllo. Arrabbiarti non farà altro che rendere il bambino più spaventato o violento, aumentando la frustrazione e peggiorando i capricci.

Se possibile lascia spazio e tempo al bambino per esprimersi liberamente. Questo non significa che devi ignorarlo, anzi, devi essere presente, stai vicino a lui così avvertirà che sei al suo fianco e che t’interessa il suo benessere. Dargli le spalle lo farà innervosire.

Non afferrare il bambino con la forza. Lui grida e fa i capricci perchè il cervello agisce in questo modo per scaricare la tensione emotiva. Trattenere il bambino, immobilizzarlo, inibisce il meccanismo naturale di sfogo e lo si rende ancora più frustrato e arrabbiato.

Sii empatica/o. Utilizza frasi come Volevi proprio quel lecca-lecca”, “Wow, ti sei proprio arrabbiato, vero?”, questo lo aiuterà a sentirsi meglio. Attenzione a non abusare, altrimenti il piccolo si sentirà manipolato. Usato nella giusta misura questo approccio facilita il passaggio dalla frustrazione alla calma.

Non assillare il bambino chiedendogli di calmarsi e se continua a tenerti il broncio, probabilmente è perchè ha bisgono di più tempo per tornare sereno.

Aiuta il bambino a considerare le alternative. Il cervello di un bambino ha difficoltà a essere flessibile e a uscire dal proprio focus e questo gli fa vedere tutto più nero di quanto non sia in realtà. Per questo motivo, sentire frasi come “Possiamo comprare il lecca-lecca questo fine settimana” o “Vuoi fare un giro a cavalluccio” può aiutare il bambino a vedere la luce alla fine del tunnel.

Non metterlo in imbarazzo con frasi come “sei brutto quando ti arrabbi”, “il signore del negozio ti sta guardando”, “guarda com’è bravo tuo fratello. I paragoni aumentano la frustrazione dei bambini.

Puoi stargli vicino, lascia che si aggrappi alla tua gamba se vuole. Prendilo in braccio quando è più calmo. A volte i bambini arrabbiati chiedono di essere presi in braccio ma i genitori si negano credendo si tratti di un capriccio. Chiedere di ssere presi in braccio è un grido di aiuto che serve a “ricollegare i fili” che il capriccio aveva fatto andare in cortocircuito. Un abbraccio, se richesto dal bambino, è d grande aiuto.

Di Vincenzo Borriello

Direttore responsabile

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